L’operato di Dream si ispira, tra gli altri, al metodo Social Dreaming Matrix, che fu strutturato negli anni ‘80 del ‘900 da Gordon Lawrence del Tavistock Institute di Londra, ma che affonda le radici nella pratica, antica forse quanto l’umanità, di radunarsi per condividere i sogni notturni e cercarvi un nuovo livello di lettura, narrazione e comprensione della realtà.

Nel Social Dreaming Matrix, persone che già condividono una medesima realtà sociale, lavorativa, istituzionale o organizzativa hanno l’occasione di portare le loro dinamiche comunicative su terreni che nella pratica quotidiana restano quasi sempre inesplorati. Insieme, per una o due ore condividono liberamente i propri sogni notturni e li costellano di associazioni mentali, altri sogni e amplificazioni tematiche, generando un dialogo che, con minimo intervento da parte di un esperto conduttore, dà accesso a un universo di senso sottostante, sotterraneo della loro realtà sociale e delle loro dinamiche relazionali.

La condivisione sul piano profondo del sogno e dell’immaginazione conduce le persone a pensare in modo nuovo, vitale, creativo, libero, sincero.

Il metodo Social Dreaming Matrix si applica proficuamente a ogni tipo di gruppo sociale e organizzativo: colleghi di lavoro, membri di un’istituzione, équipe multidisciplinari, squadre sportive, classi di allievi, cast di spettacolo, team manageriali.

Il team building, la risoluzione di conflitti, il miglioramento delle dinamiche di gruppo, l’accompagnamento in processi di transizione e il sostegno motivazionale in momenti difficili sul piano sociale e collettivo (come quello della recente pandemia) sono solo alcuni degli obiettivi che il Social Dreaming Matrix può aiutare a realizzare nella vostra organizzazione, istituzione o comunità.